Le rocce “raccontano” la storia della Terra.
Osservando la carta geologica è possibile comprendere i tipi di rocce che affiorano sulla superficie e ricostruire come si è formato il territorio.
La geologia del territorio di Orino si può riassumere in tre tempi:
Il tempo del mare, rappresentato da:
Calcare a Conchodon, calcare fine, color nocciola, affiora solo per un brevissimo tratto lungo la cresta settentrionale del Forte di Orino, a quota circa 950 m. La formazione si è deposta in ambiente litorale aperto, nel Retico superiore (Triassico superiore circa 200 milioni di anni fa).
Calcare di Moltrasio, Calcare Selcifero Lombardo, accumulo di sedimenti sul fondale marino della Tetide con frane sottomarine (torbiditi) nel Giurassico inferiore (Lias – da 195 milioni di anni fa).
I fossili di animali marini, come le ammoniti, testimoniano la presenza del mare.
2. Il tempo del corrugamento: si innalzano le montagne.
L’orogenesi alpina è iniziata nel tardo Mesozoico. E’ “raccontata” dagli affioramenti di rocce calcaree che si incontrano lungo i sentieri, che presentano un inclinazione verticale. I sedimenti calcarei, in fase di formazione, si sono disposti orizzontalmente, i più antichi in basso, i più recenti in alto. Con l’incontro-scontro delle placche tettoniche e il conseguente innalzamento delle catene montuose, le rocce sedimentarie hanno modificato la loro disposizione.
3. Il tempo dei ghiacciai:
Le glaciazioni si sono susseguite con un ritmo che è ancora in fase di studio. Il Pian delle Noci è una morena che testimonia l’avanzamento del ghiacciaio, che ha ricoperto in modo uniforme il versante nord-occidentale del Monte Campo dei Fiori, a partire da quota 420/430 m fino al limite superiore raggiunto dal massimo glaciale (MEG) attorno a quota 710-750 m.
Un’altra testimonianza del susseguirsi di glaciazioni è rappresentata dalla Piana di San Lorenzo, che si estende fino all’abitato di Azzio. Il ghiacciaio, alternando ritmicamente momenti di avanzamento e momenti di ritirata, ha spostato grosse pietre che prendono il nome di massi erratici. Ad Orino ne sono presenti numerosi, alcuni più famosi di altri, come il Sasso Nero e il masso erratico del Pian delle Noci.
Le informazioni contenute in questo testo provengono dagli studi della Geologa Donatella Reggiori. Donatella partecipa al progetto di ricerca attraverso l’organizzazione di conferenze dedicate alla divulgazione scientifica per approfondire la conoscenza della geologia e della geomorfologia di Orino e della Valcuvia.