Alcuni ritrovamenti archeologici di età romana, venuti alla luce nel territorio comunale in località Donè, lasciano ipotizzare che la storia di questi luoghi affondi le proprie radici nell’antichità. Tuttavia il nucleo primitivo della comunità di Orino viene individuato nel sito dove tuttora sorge la chiesa di San Lorenzo, edificio del XII secolo che conserva l’originario campanile romanico prospiciente il cimitero.
Poco distante dal borgo civile vi è un’altra testimonianza del passato di Orino, la Rocca, posta nei boschi della zona occidentale del Campo dei Fiori. La costruzione della Rocca si fa risalire ai secoli XIV- XV, anche se la cinta muraria dell’edificio ricalca il perimetro tipico delle fortificazione di età romana. Per questo motivo si può ipotizzare che la prima fortificazione risalga al periodo dell’occupazione romana della Gallia Cisalpina e sia stata utilizzata come struttura difensiva anche durante le invasioni barbariche. Con il dominio longobardo, la Rocca divenne una postazione militare fissa e furono i Franchi che, di seguito, la trasformarono in castello feudale. Dopo essere stata residenza stabile durante il Rinascimento, fu lasciata decadere nel periodo spagnolo.
Le invasioni barbariche che seguirono alla decadenza dell’impero romano, sono avvenute negli anni compresi tra il 493 e il 555. Nel 712, Liutprando, re Longobardo, donò al monastero di San Pietro in Ciel d’Orio a Pavia alcune terre, ed in questo documento di donazione si parla per la prima volta di Orino, come parte dell’Arcivescovado di Milano. In un altro documento del 979, pubblicato dal Maranas nel “Registrum Sanctae Mariae de Monte Vellate”, il territorio di Aulini (Orino) viene definito vico, che era la terminologia utilizzata per indicare territori di antica tradizione. A seguito del saccheggio di Varese risalente al 1120 ad opera dei comaschi, conseguenza delle guerre tra Milano e Como, fino alla Pace di Costanza (1183) e alla pace di Reggio (1185), il territorio della Valcuvia passò sotto la tutela di Milano.
Dopo il periodo del Barbarossa, durante l’età signorile la Valcuvia passa prima sotto il controllo dei Visconti e poi di Francesco Sforza che nel 1450 si impone su tutti i pretendenti. E’ in questo periodo che la Valcuvia riconosce un feudatario in Pietro Cotta, fino al 1728, anno in cui l’ultimo dei discendenti lo venderà ad un ramo dei Visconti.
Un’unica parentesi s’innesta all’inizio del XVI secolo quando il ducato di Milano, in lento declino, favorisce la politica espansionistica della Svizzera che, tra il 1512 e il 1513 si impossessa di Lugano e Locarno mirando successivamente alle terre del Luinese, alla Valtravaglia ed alla Valcuvia la cui occupazione avviene tra il maggio ed il giugno del 1513. Ritornerà di “proprietà” di Stefano Cotta il 4 gennaio 1514 ma la signoria della valle rimarrà ai cantoni di Lucerna, Uri e Nidwalden.
Nel settembre del 1515 la sconfitta delle truppe svizzere a Marignano (Melegnano) ad opera di Francesco I riporta Orino e la Valcuvia nel ducato di Milano, prima nelle mani dei Francesi e vent’anni più tardi, nel 1535, in quelle degli Spagnoli. Unica nota di progresso, nel totale sfruttamento attuato dagli spagnoli, è rappresentata dall’edificazione di fastose ville e di nuove chiese nonché dall’ampliamento di molte già esistenti; risale a questo periodo la costruzione del nucleo originale di quella che oggi è la nota Villa Bozzolo.
Nel 1713, con il trattato di Utrecht, lo stato di Milano passa sotto il dominio dell’Austria, anche in Valcuvia il miglioramento sociale è sensibile e lo sarà ancor di più con l’avvento al trono di Maria Teresa e successivamente di Giuseppe II. Il miglioramento sociale se ci fu non riuscì comunque a far scomparire la miseria e, tra le altre cose, nuove calamità vennero ad aggravare una situazione già al limite della sopravvivenza.
Il 15 maggio 1796 Napoleone conquistò Milano e scacciati gli austriaci dai territori del ducato, proclamò la repubblica Transpadana, che inglobava anche la Valcuvia.
Nel luglio del 1797 viene proclamata la Repubblica Cisalpina, nel 1799 gli austriaci rioccupano la Lombardia, il 2 luglio 1800 vi è la rioccupazione di Milano e la restaurazione della Repubblica Cisalpina, 1814 rioccupazione austriaca della Lombardia in seguito alla caduta di Napoleone. Durante la prima dominazione francese l’assetto sociale della valle subì un violento scossone: i francesi abolendo titoli e privilegi nobiliari, feudi e franchigie portarono anche in Valcuvia i loro principi di “Liberté, Egalité, Fratenité”.
Con la restaurazione austriaca del 1815 il sistema di vita e l’organizzazione sociale subiscono un nuovo cambiamento. Titoli e privilegi nobiliari vennero in parte ripristinati ed il territorio, dal punto di vista amministrativo, riorganizzato e conglobato nel Regno Lombardo Veneto. Il 23 maggio 1859 le truppe garibaldine varcarono il Ticino all’altezza di Sesto Calende e marciano su Varese. Gli austriaci lasciano il territorio ma non Laveno, sbocco valcuviano sul Lago Maggiore.
Dopo la vittoria piemontese a Magenta del 4 giugno, la Lombardia passa dall’Austria al Piemonte. Il 23 0ttobre 1859 la Valcuvia fu ripristinata in Mandamento, il III del circondario di Varese. Nel 1861, l’elezione del primo parlamento italiano, vedrà una Valcuvia decisamente conservatrice votare per il rappresentante monarchico Speroni. Garibaldi e l’Unità d’Italia non riuscirono a debellare la povertà della Valcuvia. Ad Orino, castagne, frutta, fieno, un po’ di segale, patate e granturco erano i principali prodotti agricoli, ad essi si aggiungevano nei mesi autunnali, un po’ di vino e noci. Mentre una delle attività che occupavano gran parte delle donne e dei bambini nei mesi estivi era l’allevamento dei bachi da seta con le quali molte famiglie integravano in qualche modo i pochi proventi dei raccolti. Francia, Svizzera, Lussemburgo e in qualche caso l’America furono la meta di molti orinesi, di cui ancora si racconta e ci si ricorda, che partirono, a volte senza più tornare, alla ricerca di benessere. In generale la vita amministrativa della comunità orinese era retta da una vicinia organo costituito da tutti i capi famiglia radunati la domenica sulla pubblica piazza al suono della campana e da un sindaco e un console eletti annualmente dai vicini. Egualmente autonoma è la vita religiosa: la comunità d’Orino, infatti, staccatasi dal Distretto di Cuvio, ha avuto diritto di far eleggere il parroco dall’assemblea dei capi famiglia, a patto ovviamente che provvedesse direttamente al suo sostentamento. Così le famiglie di Orino decisero di autotassarsi, concedendo annualmente al Sacerdote le cosiddette “primizie parrocchiali”. Nel 1927, e fino al 1956, Orino fu unita al comune di Azzio. Attualmente, le maggiori fonti di reddito della popolazione sono rappresentate dal turismo residenziale, favorito dalle bellezze naturali del territorio, come la zona della fonte Gesiola, ma è ancora frequente il fenomeno del pendolarismo verso i centri vicini della Valcuvia.